Quaderno Nº 6. "Scienziati in rima", di Patrizia de Capua (2008)

Quaderno Nº 6. "Scienziati in rima", di Patrizia de Capua (2008)

Quando la scienza è gaia.

 

Quale idea balzana può avere ispirato una raccolta come Scienziati in rima? La stessa idea, forse, che nel lontano 1928 indusse Alberto Cavaliere, bocciato ad un esame di Chimica, a mettere in versi idrogeno e ossigeno, imparando poi tutto senza difficoltà. Non credo che Cavaliere - giornalista, politico, poeta e scienziato - ce la racconti giusta, perché uno come lui non può aver subito nessuna bocciatura. Eppure è vero che la poesia rappresenta una potente forma di mnemotecnica, assai più orecchiabile della prosa, e più efficace, nonché più gradevole, dei giochetti di parole fatti di acronimi e nonsense grazie ai quali, dalle elementari al liceo, imparavamo i nomi di catene montuose e tragici greci. Se poi il metro è l’ottonario a rime alterne, che crea il tipico effetto filastrocca, un teorema verrà appreso con la stessa immediatezza delle parole di una canzonetta.

Sto offendendo la paludata dignità della scienza? ebbene, se per gli adulti è troppo semplicistico, vorrei dedicare Scienziati in rima ai ragazzi di quattordici, quindici anni che sbadigliano a scuola. Mi piacerebbe inoltre che qualche insegnante potesse trarne vantaggio, rendendo più simpatiche materie come la matematica o l’astronomia. Per questo lo consegno volentieri alla scuola EDA, alla dirigente Rosy Freri, a tutti i docenti di Scienze, ma anche di Storia e Filosofia. E insieme lo offro agli amici del “Caffè filosofico” con un’avvertenza: attenzione, trattasi di libro di scuola. Ma di una scuola dove ci si può anche divertire imparando. È ora di farla finita con l’autodenigrazione: scolastico non deve più significare scadente, né tanto meno noioso. Scholé è l’equivalente dell’otium latino: tempo libero da dedicare a quell’attività supremamente piacevole che è lo studio. Possiamo provarci insieme, con passione e un po’ di fantasia. Della scelta degli autori, assolutamente opinabile, mi assumo l’intera responsabilità. In fin dei conti, come diceva quel tale, “sono solo canzonette”, o come diceva quell’altro, sono solo nugae

Ho evitato le note, occasione di soporifere spiegazioni. All’intelligenza e alla competenza dei lettori il compito, se credono, di andarle a ricostruire da sé, tenendo presente che la verità storica, pur nella versione scherzosa, non è stata tradita. Insomma, come al “Caffè filosofico” c’è sempre qualcosa da imparare, ma senza prolissi accademismi, così nel presente libretto si ripasserà o si scoprirà qualche particolare curioso che rende quei geni degli scienziati più vicini a noi comuni mortali.

 

 Scienziati in rima.pdf